Luigi Bevacqua: il primato di velocità da Katmandù al campo base nord del Chomolangma
Il Club Alpino Italiano ha quale fine istituzionale la conoscenza e lo studio della montagna. E’ quindi la cultura l’attività principale del ns. sodalizio. Con questo proposito un piccolo gruppo di nostri soci ha fondato il giornalino sezionale. Un momento d’incontro e di riflessione sulla ns. attività. Il ns. “Scarpone della sezione di Catanzaro” raccoglie in pochi fogli gratuiti e scaricabili dal nostro sito (ottima occasione per risparmiare carta) gli avvenimenti della nostra sezione. Partendo da questi pochi fogli è nata l’idea di avviare in sede una serie di incontri culturali che abbiano come comun denominatore la montagna. L’intento senz’altro affascinante meritava un primo incontro suggestivo, avventuroso, un po’ anche esotico e se a ciò aggiungiamo un primato mondiale in mountain bike, la serata è pronta.Un caro amico della ns. associazione: Luigi Bevacqua ha conseguito il primato di velocità da Katmandù al campo base nord del Chomolangma così come viene chiamato dal popolo Tibetano. Il Chomolangma è una montagna dal fascino tutto particolare, con la sua altezza di 8848 m. è la montagna più alta della Terra. Il Chomolangma è conosciuto in Occidente col nome di Everest.Mi piace ricordare in quest’occasione la risposta di Gorge Mallory al quale, alla vigilia del suo terzo ed ultimo tentativo di scalata nel 1924, fu chiesto il perché di quella sua voglia infinita di scalare l’Everest: “perché è lì” fu la risposta del grande alpinista che insieme a “Sandy” Irvine perì sulla Sua Montagna.Nel 1953 lo sherpa Terning Norgay e il neozalendese Edmund Hilary raggiunsero la cima dal versante sud. Quello nord, lo stesso di Mallory ed Irvine, era inaccessibile in seguito all’invasione cinese del Tibet.Ancora oggi non sappiamo se Mallory ed Irvine toccarono per primi la vetta. Furono visti per l’ultima volta a 240 metri (in dislivello) dalla cima ma ancora dovevano superare l’impegnativo passaggio alpinistico del “second step”.Mallory disse che se avesse raggiunto la cima dell’Everest avrebbe lasciato in cima la foto della moglie. Quando nel 1999 il corpo di Mallory fu ritrovato la preziosa foto non era con Lui.Ritorniamo al nostro Luigi Bevacqua. La sua passione per la mountain bike è infinita. La sua voglia di conoscere se stesso attraverso i propri limiti con la sua bici ha qualcosa di trascendentale collegato a quell’infinito che risiede nell’anima di ciascuno di noi.La sua non è mai una sfida alla montagna. Il gesto atletico è il mezzo per riprendersi un pezzo di sé. E’ il mezzo per riappropriarsi di un pezzo della propria anima.Mi piace scherzosamente rimproverargli di aver fatto uso del più “grande doping” che mai lo sport abbia conosciuto e che conoscerà: c’è stato un punto durante la sua impresa che stava per cedere; la piccola salita di sterrato finiva su una curva; sembrava essere ormai la sua ultima curva per poi ritirarsi a casa; Luigi raggiunge la curva ma dietro quella curva lo attende la visione dell’Everest; Chomolangma significa in Tibetano “madre dell’Universo”; Luigi racconta al ns. incontro che è stata una visione che gli ha dato nuova e sconosciuta energia “bisogna avere fede per capire” ci dice; durante il filmato lo vediamo ripartire agile e slanciato lì dove fino a pochi metri prima era contratto e affaticato; La montagna non è l’oggetto della sfida ma la compagna amica, il Virgilio di Dante che ci guida in un fantastico viaggio.L’impresa si conclude portando il precedente record di percorrenza da sei a soli quattro giorni. Per chi conosce i problemi di acclimatamento a oltre 5000 metri non può che rivolgergli il mio affettuoso rimprovero: “sei un criminale!”Devo dire che l’argomento principale della splendida serata non è stato il record ma piuttosto la vita insieme con la gente di quei luoghi. Il rapporto fraterno con la guida Hokkins. Le serate mangiando i cibi locali dai gusti nuovi e diversi; La commozione quando gli alunni di una scuola lo salutano con dei fiori, presenti le autorità locali. Il contatto con la gente dove ancora è la comunità ad essere protagonista e dove le difficoltà vengono superate insieme. Luigi Puccio amico e sostenitore di Luigi Bevacqua farà una considerazione che ci suona nostalgica ma è anche un rimprovero: sono i nostri paesi degli anni 50 quando tutti eravamo più poveri ma pronti ad aiutarci l’un con l’altro e per questo eravamo semplicemente più felici.In conclusione è stata una serata di novità, di cultura ma soprattutto di riflessione. Una riflessione sul nostro Io e sulla nostra anima, una riflessione su altre culture, altri usi e altre abitudini di popoli lontani. Popoli che pur in povertà hanno ancora il riso genuino sui loro visi.Il tutto al cospetto del Chomolangma.
P.S.: sul finire della presentazione della proiezione ho raccontato a Luigi che uno svedese è riuscito a partire da casa con la sua bici, raggiungere il campo base dell’Everest, scalarlo senza ossigeno e ritornare in Svezia con la stessa bici. Non è stato un record di velocità. Tuttavia una strana luce si è accesa nei suoi occhi. Non vorrei aver combinato un guaio
N.B. Luigi ha comunicato che dopo la nostra serata ha ricevuto molte telefonate ed email di congratulazioni. La cosa lo ha reso molto felice. Ha anche comunicato in anteprima assoluta di guardare il 25 Novembre prossimo il programma televisivo: “Alle falde del Kilimangiaro” su RAI3. Credo che siamo arrivati prima della RAI.
Il presidente Salvatore Scotto