Escursione di Domenica 29 settembre 2013
Accompagnatori: Soci Cai Marco Garcea – Salvatore Scotto – Gabriele Fera
In cammino tra le praterie della Sila e il bosco secolare del “Monte Gariglione” (1765 mt), il più alto monte della Sila Piccola, posto sul versante orientale dell’altopiano, tra il fiume “Tacina” a nord e il torrente “Soleo”, affluente del Tacina, a sud. Il Tacina nasce sui rilievi di Timpone Morello e separa il monte Gariglione dal monte Scorciavuoi (1745 m ). Il Soleo nasce ai piani di Tirivolo e lo separa dal monte “Femminamorta” (1723 m). La foresta è considerata un Santuario della Natura da proteggere da reiterati saccheggi subiti in ogni epoca; all’inizio del secolo scorso intorno a esso, si è costruita una ferrovia “Decauville” per consentire a una ditta boschiva austriaca di trasportare il legname verso un’apposita teleferica che, per inerzia, faceva giungere a valle i tronchi appena tagliati. Attualmente l’area è interessata da studi scientifici in quanto la varietà locale di abete bianco (Abies alba), sembra abbia proprietà che inducono maggiore resistenza alle piogge acide e il suo seme è costantemente ricercato dai forestali dei paesi centroeuropei per rinnovare i loro boschi. Dal monte prende il nome la “Riserva Naturale Gariglione – Pisarello”. Partiti dal rifugio “Leone Grandinetti” (1611 mt), attraversando il fondovalle, abbiamo raggiunto la “Caserma forestale Gariglione”, uno chalet in stile alpino che una società forestale realizzò ai primi del secolo scorso per ospitare le maestranze durante i tagli. Da qui abbiamo intrapreso il sentiero “dei Giganti” attraversando un bosco con molte piante secolari e raggiunto la vetta del Monte Gariglione. I colori autunnali hanno fatto da scenografia durante il cammino. Norman Douglas così descriveva quest’area silana nel suo viaggio compiuto nel 1915:
“Era un autentico urwald o giungla vergine. Per quanto mi risulta non esiste niente di simile da questa parte delle Alpi e nemmeno sulle Alpi stesse. […] All’epoca della mia visita era dunque una foresta vergine, mai sfiorata da mano umana…”
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