La fiumara “Milo” – Polia (VV) ed il bosco in loc. “Gigghiara”

L’escursione di domenica 13 luglio, organizzata e guidata dal socio Enzo Peris,  si è svolta nel territorio di Polia (VV), comune di circa 1.000 abitanti diviso in quattro frazioni: Cellia, Poliolo, Tre Croci e Menniti. Anticamente era dotata di ben 14 mulini ad acqua che rappresentavano una vera e propria industria; trasformavano il grano, il granturco, l’orzo, le fave, i ceci, i lupini e sorgevano nei pressi dei fiumi. Per diversi anni Polia ha ospitato uno stabilimento di acqua oligominerale. La nostra lunga giornata immersa nella natura è iniziata in località “gigghiara”,   un immenso bosco  tra  700 e 1000 metri di altezza, ricoperto  di faggi secolari, abetaie,  pini larici, esemplari di rovere, ontani, agrifogli,  sorgenti e fontane; un territorio ricco d’acqua fresca questo. La nostra escursione è proseguita nel pomeriggio lungo il torrente “Milo”,  dove risiede un ricco  patrimonio naturalistico: l’antichissima specie di felce la “Woodwardia radicans,” che apparve sulla Terra tra i 300 e 200 milioni di anni fa. Numerosi gli anfratti ricchi di stalattiti, formazioni calcaree e piante di particolare interesse botanico che ci hanno accompagnato lungo la nostra “attraversata” nella fiumara. Tutti i partecipanti in assoluto silenzio e compostezza abbiamo potuto godere di questo viaggio nella storia. Alcuni volontari cittadini di Polia e Filadelfia appassionati di natura, hanno fondato un’associazione con lo scopo di promuovere un progetto di valorizzazione del territorio attraversato dal torrente Milo. Al termine, grazie ai volontari del paese, abbiamo potuto visitare una grotta preistorica. Questo territorio ha rivelato vestigia d’insediamento preistorico (neolitico), nonché stanziamento d’età greca con  grotte di origine troglodita.  Si tratta di caverne con le caratteristiche entrate a bocca di forno scavate nelle pareti tufacee della collina. Ritrovamenti fittili e metallici, conservati nel Museo Provinciale di Catanzaro e al Museo Nazionale di Napoli documentano il periodo della civiltà del ferro. Nel 1920, in una tomba venuta alla luce casualmente, furono ritrovate due lame e una fibula di bronzo, una cuspide di ferro, una scodella di terracotta a due anse e una ceramica zoomorfa. Cosa aggiungere: anche oggi la natura non ha fatto altro che stupirci.

                                                                                                                                                                                                                            Socio Cai: Marco Garcea

IL video sul seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=YToP_7jZEcU&list=UUvX-2lLMpu_J0xm9MNxG1_g

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 Foto del socio: Marco Garcea