“da Natile vecchio a Pietra Cappa” – Parco Nazionale Aspromonte

Accompagnatori: Gabriele Fera – Pippo LaperaVincenzo Peris

Domenica 15 marzo facciamo tappa in Aspromonte, esattamente nella frazione  Natile  Vecchio del Comune di Careri (RC). Abbiamo raggiunto, in minibus, la piccola piazzetta del borgo che guarda sulla valle della fiumara di Careri e verso i folti boschi dell’Aspromonte. Nel 1951 un violento alluvione colpì Natile vecchio e gli abitanti la abbandonarono. Dieci i pastori che persero la vita, lo stanno ad indicare i nomi incisi su una lastra di pietra ubicata sulla  piazzetta. Il più anziano dei pastori era del 1862, ci racconta un abitante, si trovava al pascolo con il suo gregge e fu travolto da una frana. Il nuovo borgo, adesso, sorge a valle anche se qualcuno ancora è rimasto qui.

Gli accompagnatori Gabriele,  Pippo ed Enzo radunano il gruppo e, in fila indiana, si parte. Attraverso i caratteristici vicoli ci inoltriamo lungo un sentiero, in parte lastricato, in parte fangoso e segnato dalle bandierine bianco-rosso Cai. Dalle finestre sono in molti che ci osservano e salutano con il sorriso. In poco tempo raggiungiamo le campagne, quasi tutte recintate, con gli animali che pascolano serenamente. Dopo un’ora di cammino,  siamo su una piccola valle panoramica da dove si osservano tutti i monumenti di roccia che caratterizzano la zona; su tutti  troneggia la regina “Pietra Cappa”.  Qualcuno chiama quest’area “Valle delle Grandi Pietre”, probabilmente perché, ovunque volgi lo sguardo, prorompono i maestosi enormi massi. Proseguiamo nel nostro cammino, fino a raggiungere le “ Rocce di San Pietro” (578mt): una serie di rupi rocciose levigate dall’erosione. Sono veri e propri massi di granito molti dei quali, caduti in terra, hanno lasciato nelle pareti grandi buchi. Si prosegue fino agli asceteri dei monaci italo – greci, massi scavati nella nuda roccia, anche a due piani, con tanto di ingresso e  finestre. Il cammino prosegue, fino a raggiungere il  lungo costone che conduce a Pietra Cappa e che separa la valle del Torrente Menica dal Vallone del Salice, il corso d’acqua che scende dal versante di San Luca. La Pietra è sempre in vista, un’ immensa testa  che, ad alcuni, richiama una sfinge, ad altri un indiano, ad altri un panettone, ma che qui chiamano “Regina d’Aspromonte”. Percorriamo l’anello di “pietra Cappa”, raggiunto dopo aver attraversato un maestoso bosco aspromontano e, da vicino, le sembianze del masso cambiano. Ci incantiamo di fronte a questo monumento naturale. Pietra Cappa è alta 839 metri e la parete che si rivolge a sud-ovest si eleva per oltre cento metri. Dall’altra parte, sul versante opposto, ci sono molte fenditure, anfratti, grotte che attraversandole diventano magiche. Vorremmo rimanere ancora qui a contemplare questo incanto naturale, ma i tempi non ce lo consentono. Rientriamo in paese, dopo aver incrociato diversi pastori con al seguito numerosi greggi. Un signore, alla guida di un grosso fuoristrada, si ferma e dice: “va’ a finire che qualche giorno ve lo portate via questo masso!”, rispondo sta bene qui, non vogliamo assolutamente portarlo via, questo è il suo posto e, lontano da qui non avrebbe nessun senso”.  

                                                           Marco Garcea

Curiosità: abbiamo percorso km 12.3  con dislivello di 651 mt

video:  https://www.youtube.com/watch?v=iYR29NH2aiI

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