“Luglio, andiamo. È tempo di migrare”.
Terra d’Abruzzo, regione di mezzo, meta estranea ai circuiti turistici di massa, conosciuta nell’immaginario collettivo grazie alle descrizioni dannunziane: questa la meta del Cai di Catanzaro dal 30 luglio al 2 agosto 2015. In un viaggio inverso a quello dei pastori descritti da D’annunzio che scendono dai monti lungo “il tratturo antico” verso “il tremolar della marina”, noi abbiamo lasciato le splendide coste calabresi per risalire i Monti d’Abruzzo e conoscere una terra affascinante, padroneggiata da monti imponenti e una natura prospera.
Prima tappa il sito archeologico di Alba Fucens, fondata da Roma come colonia di diritto latino, probabilmente nel 304 a. C. Qui la nostra mente ha vagato immaginando il sito allo stato originario, animato dal daffare della vita quotidiana in un tempo remoto, meravigliandoci, di volta in volta, del grande acume che ha illuminato gli antichi costruttori, a lavoro ai piedi del Monte Velino (m. 2486), una delle cime più alte dell’Appennino Centrale. Secondo giorno, seconda tappa: Monte Viglio, all’interno del Parco dei Monti Simbruini, ubicato tra Lazio e Abruzzo. Il percorso ci ha consentito di attraversare fitte boscaglie, piani verdeggianti, alture steppose popolate da pascoli numerosi, fino ad arrivare alla parte più alta e rocciosa: il Gendarme (2113 m) e la cima del Viglio ( 2156 m), la più elevata dei Monti Càntari. Lassù abbiamo ammirato un panorama ricchissimo, trovandoci a cavallo tra due province: Frosinone e L’Aquila, in passato confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. L’indomani abbiamo dovuto prendere una difficile decisione: andare alla scoperta di antichi borghi, alcuni annoverati tra i più belli d’Italia oppure salire sul Gran Sasso? In base alla curiosità individuale o semplicemente alla condizione fisica di ognuno, ci siamo dunque divisi: una parte diretta verso Castel del Monte (AQ) e Rocca Calascio(AQ), un’altra verso “il Paradiso”, un sentiero “al confine della realtà”, tra batuffoli di nuvole e addirittura, al di sopra delle nuvole! Meta ultima Pizzo Cefalone (2533 m s. l.) dal quale abbiamo ammirato il Corno Grande (2914 m s.l.m.), nonché bellissime vallate impreziosite da ghiacciai e un ambiente animato da camosci e rapaci. Se la salita è stata incantevole, ma necessariamente scandita dal passo sostenuto, utile a raggiungere la cima in tempi ragionevoli, la discesa si è rivelata straordinaria perché è stato possibile soffermarsi sulle “piccole cose”, dai dannunziani “dolci romori” , per esempio della fauna nascosta, alla contemplazione delle fioriture d’alta quota, che in modo caparbio e determinato crescono lungo sentieri impervi e rocce inospitali. La carlina bianca, le campanule viola, la sassifraga verdeazzurra, la gialla borraccina montana, il roseo cardo alpino, la calcatreppola ametistina ci hanno regalato, generosamente, un’esplosione di colori e di forme molteplici.
Infine riuniti i due gruppi presso il rifugio di Campo Imperatore, dove i più curiosi hanno visitato un orto botanico o le stanze dove fu imprigionato Mussolini, abbiamo girovagato tra le vie e le botteghe di un antico borgo, Santo Stefano di Sessanio (AQ). Prima di intraprendere il viaggio di ritorno visita al castello di Celano (AQ) e al paese “Isola del Liri”, il quale ha, nel suo centro storico, un vero e proprio monumento naturale. Non si tratta infatti di una colossale statua equestre o di una fontana illuminata e zampillante, ma di una scrosciante cascata alta 27 metri che offre uno spettacolo continuamente dinamico e assolutamente inatteso.
Anche questa volta, perciò, abbiamo colto quanto di più bello e affascinante il mondo montano potesse offrirci, spaziando tra cime rocciose, infiorescenze spettacolari, chiese romaniche e borghi caratteristici.
Gabriella Catroppa
Video sul seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=ZnET3sN_ds4
Accompagnatori: Francesco Pezzo – Marco Garcea
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