Sono stata in Paradiso.
…Se dovessi immaginare il percorso attraverso il quale Caronte mi condurrebbe fino al Paradiso mi piacerebbe fosse come questi due giorni nell’Area marina protetta di Marina di Camerota e Capo Palinuro.
Arriviamo che è quasi l’ora del tramonto a Marina di Camerota…settembre le restituisce quella calma che ti fa godere dei luoghi integralmente…Scopriamo il suo porto, i suoi vicoli, la sua gente e ci integriamo prendendo parte alla festa del paese.
Al mattino siamo di nuovo al porto, punto di partenza della nostra escursione…qui veniamo affiancati da una guida insolita e un po’ irruenta …Scopriamo essere il cane da trekking di Marina di Camerota, così sarà presto insignito. Anticiperà ogni nostra tappa, quasi indicandoci la direzione, si capisce che questi son luoghi che percorre con frequenza giornaliera, sostera’ con noi e riprenderà il cammino fino a rientrare in porto con la nostra imbarcazione.
È un susseguirsi di calette e baie mozzafiato, un crescendo di panorami incantevoli, ogni fatica premiata, prima con la splendida Cala Bianca, per finire poi alla Baia degli Infreschi, passando per delle vasche dall’acqua color verde smeraldo circondate dalle muraglie rocciose la cui vista è nascosta a chi visita questi posti navigando.
Il nostro “ Caronte ” ci racconta dei luoghi che visitiamo con l’entusiasmo di chi vuole condividere il suo tesoro con i suoi compagni. Anticipa quanto basta da non toglierci il gusto della sorpresa e ogni baia, ogni angolo di questo Paradiso ci ammutolisce.
Anche quando l’accesso è più impervio “Caronte” rimette alle nostre valutazioni la decisione di scegliere il percorso più agevole o quello più temerario e il gruppo, così responsabilizzato , non azzarda se non è in grado…
Ci si ritrova tutti a rinfrescarsi nelle piscine naturali, qualcuno prontamente con maschera , pinne e boccaglio ne esplora ogni anfratto, qualcun altro irriducibile fotografo, Nino, ne violenta ogni cavità, altri ancora non rinunciano all’immersione neanche a costo di fare il bagno con indosso gli indumenti…la nostra cara Elda, una roccia dall’aspetto fragile che sorprende tutti con la sua voglia di scoprire, l’eterna bambina!
Si sosta nei luoghi senza fretta, assaporandoli…ma li si abbandona prontamente al primo richiamo perché chi ci guida ha sapientemente dosato i tempi…anche la pausa per il pranzo è stata goduta appieno. Una struttura agrituristica ben amalgamata al territorio ci ha accolti con piatti che esaltavano la ricchezza proveniente da questa terra e quella che doveva essere una breve sosta con degustazione veloce si è rivelata invece una mangiata godereccia.
Ci aspetta l’ultima meravigliosa baia, quella degli Infreschi, scorcio di mare incantato, un porto naturale che nemmeno il più abile ingegnere avrebbe saputo realizzare. Un progetto di madre natura di altissima ingegneria.
Ecco li, ormeggiata, l’imbarcazione sulla quale prendiamo posto insieme alla nostra guida a quattro zampe…mi predispongo ad un rientro tranquillo, la mia vista è già paga, ma la navigazione ci lascia tutti sbalorditi…un equipaggio paziente ci presenta le stesse meraviglie, di cui abbiamo goduto via Terra, da un’altra prospettiva, quella del Mare.
Non si risparmia l’ equipaggio, osa avvicinarsi alle insenature con abilissime manovre…quasi penetriamo la roccia, ne violiamo le parti più nascoste, ci sentiamo subito dei PRIVILEGIATI. Complice un mare calmo e una piacevolissima temperatura, quello che si para ai nostri occhi è davvero l’EDEN…colori e scintillii indescrivibili e le emozioni qui raggiungono l’apice…
Grazie madre Terra per averci accolto in questo scenario da sogno.
La nostra imbarcazione rientra in porto, in serata un’altra avventura ci aspetta…siamo pronti per la Lamparata.
Più che ad una semplice battuta di pesca ci hanno ammessi a prendere parte ad un rito che si tramandano…L’ATTESA, oltre un’ora di attesa in mare, nessuno è più abituato all’attesa…il dondolio del mare per molti diventa snervante.
Col naso all’insù ci accorgiamo di un cielo stellato che la frenesia del quotidiano ormai ci impedisce di vedere e nel frattempo gli instancabili pescatori hanno iniziato a raccogliere in barca la rete che intrappola il pescato. È uno spettacolo quasi irreale quello della barca con la lampara e quello dei pescatori intenti ad issare le reti.
Un quadro che ho visto illustrato, una descrizione che ho letto sui libri e che si materializza quando ci viene porta la vasca con i pesci ancora guizzanti. Consumeremo una cena spartana a Cala Bianca, dopo che, sbarcati, assistiamo alla sventratura del pesce…siamo numerosi noi, ma siamo stati serviti e riveriti come fossimo in un ristorante stellato.
L’ultimo giorno “Caronte” ci guida fino a Capo Palinuro, cuore del Cilento…basta uno sguardo dall’alto per capire che questo è davvero uno dei più bei tratti di costa del nostro stivale. E il panorama di cui godiamo dal faro che lo sovrasta offre un assaggio di quello che queste rocce a picco sul mare celano.
L’instancabile “Caronte” ci accompagna in un posto che, seppur arso da un incendio, permette di affacciarci sul vero tesoro di Capo Palinuro…grotte e concavita’ naturali colorate da riflessi di luce sull’acqua, archi di roccia che si specchiano nell’immenso Blu.
Un GRAZIE a tutti quelli che vi hanno preso parte, ma soprattutto a colui che, con grande umiltà e competenza ha condiviso con noi questo Paradiso. GRAZIE Tonino Angotti, alla prossima avventura.
Elena ROMANO
foto di Gabriele Fera
Foto di Nino Costantino
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