Trekking urbano a Borgia – il racconto di Gabriella Catroppa
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Trekking urbano a Borgia
Non solo il raggiungimento di alte vette, la manutenzione di sentieri di montagna, lo sguardo attento ai più vicini problemi ambientali, ma anche la scoperta di piccoli borghi calabresi rientra nel campo di interesse del CAI di Catanzaro. Perciò domenica 12 aprile siamo andati a conoscere la storia, l’architettura e i più curiosi aneddoti su Borgia, paese collocato sulla costa ionica catanzarese (341 m s.l.m). La storia del paese non può prescindere dal terremoto del 1783, descritto così in una relazione del Vicario F. Pignatello al re Ferdinando IV:
” «… fu rovesciata dalle fondamenta, dilamandosi parte dalla collina su cui poggiava e fendendosi il suolo in modo che non vi si può a niun patto riedificare. Caddero 25 trappeti e tutte le Case di Campagna, e si fracassarono le Conserve dell’olio, vino e Grano: di duemila 636 Abitanti vi perirono 143 Uomini, 118 Donne e 70 Ragazzi, oltre a 300 bestie da soma. (…).
Partendo dalla pineta in località Dirupi siamo presto giunti al centro del borgo risalente, pertanto, al 1800.
Accompagnati dal Prof. Guerrieri e dal socio A. Biamonte abbiamo visitato la chiesa del SS. Rosario arricchita dai quadri del Basile. Proseguendo lungo la strada abbiamo ammirato il Palazzo dei Massara, una delle antiche famiglie di Borgia che possedeva un grande frantoio, oggi abbandonato. Dalle finestre di questo edificio abbiamo potuto intravedere antichi strumenti per la produzione dell’olio, ma lo stato d’abbandono ha generato le consuete riflessioni sulle potenzialità del nostro territorio e, purtroppo, sulla sua mancata valorizzazione. Proseguendo il nostro cammino siamo giunti nell’ariosa Piazza Ortona dove abbiamo ammirato la Chiesa Matrice di San Sebastiano, il suo orologio dalle rare caratteristiche e, all’interno, una reliquia di San Giovanni Bosco. La Chiesa dell’Immacolata impreziosita dalle opere del Fodero e quella di San Leonardo sono state le due tappe successive. Ascoltando la storia del paese e ammirando interessanti edifici storici, abbiamo concluso la nostra mattinata presso la settecentesca fontana “Brisella”. A questa sono legati molti ricordi degli abitanti, perché utilizzata anticamente per lavare i panni o far bere gli asini. Vengono ricordate ancora le lunghe file per fruire della sua acqua, inevitabile occasione di socialità e convivialità. E, a tal proposito, anche il nostro gruppo ha vissuto il luogo con lo stesso spirito, apprezzando “ la colazione del pastore” gentilmente offerta dall’Amministrazione Comunale, in un’area silenziosa, ricca di verde, davvero molto bella. La magnifica serenità del luogo è stata solo disturbata da una discarica a cielo aperto poco distante dalla fontana, particolare non trascurabile per chi vorrebbe vedere sempre la natura brillare, nella sua meravigliosa semplicità.
Gabriella Catroppa