Domenica 12 ottobre la nostra escursione si è svolta lungo la costiera di Pizzo Calabro. Partiti dal centro marinaro di Pizzo, abbiamo percorso un sentiero chiamato dai locali “sentiero dei francesi” (perché la guarnigione di stanza nel periodo dell’occupazione francese si spostava tra Pizzo e Monteleone, attuale Vibo Valentia) e risalito la collina che sovrasta l’abitato. Raggiunta la parte alta, abbiamo proseguito lungo un percorso molto panoramico. La giornata calda ha un pò rallentato la nostra camminata. Dopo diversi sali e scendi, eccoci sul pianoro “Piano degli Scrisi”  da qui il panorama spazia sull’altopiano delle serre vibonesi e dei comuni di Monterosso, Capistrano, Polia,  Francavilla Angitola,  Filadelfia fino al Monte Contessa. Per un breve tratto camminiamo lungo l’antica Via Popilia che in epoca Romana era la via Consolare che conduceva da Cuma a Reggio Calabria. Finalmente siamo arrivati sulla Rocca. L’insediamento di Rocca Angitola, collocato presso la foce del fiume omonimo si trova a quota di 250 mt. slm, ed è indicata nella moderna cartografia dal toponimo “La Rocca Diruta”. Non si hanno molti elementi di conoscenza su Rocca Angitola, da secoli tra studiosi locali e non, si discute intorno alle sue origini e in particolar modo sul fatto che essa possa essere identificata con la mitica città di Crissa, antica repubblica greca, mentre altre fonti parlano di origini bizantine. Del tempo che fu di questo sito, si sono salvati alcuni possenti muri maestri perimetrali, un frontale di chiesa ed una parte della torre del castello.Il cronista normanno Goffredo Malaterra, parla di un fortilizio considerevole popolato e di particolare importanza, perchè posto a controllo dell’istmo di Catanzaro, del golfo di Lamezia e della via tirrenica il cui tracciato attraversava Piano degli Scrisi. Da qui la vista spazia sul lago Angitola ( oasi naturalistica wwf ) e diversi comuni del vibonese. Dalle alture di questo luogo le sentinelle potevano agevolmente controllare a vista lo specchio di mare dal quale proveniva la minaccia ed in caso di necessità preavvertire in tempo la popolazione. Nel 1776 l’insediamento fu abbandonato. Oggi su questo sito è stata promossa una campagna di scavi per recuperare e valorizzare i resti archeologici.

Accompagnatori: Vincenzo Peris – Gabriele Fera           Organizzatori: Pietro Pellegrino – G.Umbro

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