Tra spiritualità, natura e storia: trekking in Bosnia Erzegovina
Medjugorje, Bosnia Erzegovina: un luogo fino a poco più di trent’anni fa sconosciuto al mondo, oggi una delle principali mete europee di pellegrinaggio per i cattolici. È proprio lì che noi soci del CAI di Catanzaro abbiamo deciso di concludere piacevolmente la stagione estiva. Così dal 28 al 31 agosto 2014 abbiamo vissuto un’esperienza riconciliante spirito e corpo. Appena giunti abbiamo visitato la caratteristica chiesa di San Giacomo, protettore dei pellegrini e partecipato liberamente a diverse funzioni religiose; ma è dal secondo giorno che abbiamo percepito lo spirito del luogo, con la salita sul Podbrdo, brullo e sassoso. Noto come “la collina delle apparizioni” perché dal giugno del 1981 la Madonna apparve a sei giovanissimi del luogo e “sembra” che continui a farlo tuttora. Al di là delle opinioni personali di ognuno l’ascesa del colle impone naturalmente un rispettoso silenzio avvolgendo “l’escursionista” o “pellegrino” che si voglia dire, in un clima di meditazione, magari su un sasso o sotto l’ombra di un albero di melograni, numerosi lungo il sentiero. Insieme ad alcuni soci, preservando ancora preziose energie, abbiamo risalito il Podbrdo per la seconda volta, la stessa sera, per assistere a “un’apparizione annunciata” che, come noto, è riservata solo ai veggenti. Esperienza suggestiva, in quanto una moltitudine di persone, unite intensamente nella preghiera che suonava diversamente in base alla lingua, ma che si armonizzava in una melodia assolutamente singolare, era pronta a dialogare in modo del tutto personale con Maria, affidandole i propri affanni e le proprie attese. Il terzo giorno siamo saliti sul Krizevac, il “ Monte della Croce”, perché alla sommità è collocata una croce monumentale, costruita e collocata tra il 1933 e il 1934, alla quale siamo giunti dopo un percorso pietroso e di preghiera, sostando davanti a pannelli bronzei raffiguranti la Via Crucis, realizzati dall’artista italiano Carmelo Puzzolo. La spiritualità che inevitabilmente abbiamo respirato su questi colli giustifica l’opinione di alcuni secondo i quali: “Medjugorje è il luogo della terra più vicino al cielo”. Ma come gruppo di escursionisti non potevamo certo ignorare uno degli spettacoli naturalistici più affascinanti della regione: le cascate di Kravice, formate dal fiume Trebižat che a un certo punto del suo corso si ramifica, precipitando da pareti di tufo ad un’altezza di 30 metri. Una manifestazione imponente della natura, meravigliosa in ogni angolo, anche il più nascosto. Era come se nel limitato tempo a disposizione, con due soli occhi, non riuscissi ad abbracciare tutto lo splendore del luogo, animato dal suono incessante dell’acqua corrente che, da temeraria, garantisco essere freddissima! Per completare il viaggio con l’ultimo tassello, quello storico-culturale, abbiamo visitato la città di Mostar, dove abbiamo assaporato le tracce della complessa storia del luogo, spiegata da una simpatica guida. Una città di circa 100.000 abitanti, attraversata dal fiume Neretva, profondamente divisa dal punto di vista etnico e religioso. L’elemento caratteristico è un ponte distrutto durante la guerra nel 1993, poi ricostruito con la stessa pietra, secondo il disegno dell’originale e inaugurato nel 2004, oggi inserito dall’Unesco nei Siti Patrimonio dell’Umanità, insieme al centro della Città Vecchia di Mostar.
E così passeggiando tra chiese e campanili cattolici su una sponda, moschee e minareti sull’altra, dopo aver visitato l’interno di una moschea e ammirato lo straordinario paesaggio, ci siamo sbizzarriti in acquisti bislacchi nei variegati bazar. E infine è arrivato il tempo di partire. La mattina del 31 abbiamo lasciato la Bosnia Erzegovina, conquistati da un nuovo senso di pace, quella pace che si prova ogni qualvolta si viene a contatto con la bellezza…spirituale, naturalistica o culturale che sia. Gabriella Catroppa
Foto del socio Marco Garcea
Il video sul seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=hDQaz6hFmlQ&list=UUvX-2lLMpu_J0xm9MNxG1_g
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