ISCHIA: “L’ISOLA VERDE” – MONTE EPOMEO E PIANO LIGUORI

25 Aprile 2014, ore 6,45  in piazza Matteotti di Catanzaro ci ritroviamo per raggiungere Ischia in autobus. Una tre giorni tra il Monte Epomeo, Piano Liguori e alcuni borghi dell’isola verde.

Ore 7.00 partenza.  Davide è l’autista che, insieme alla moglie Anna, farà parte del nostro gruppo. Soste a Lamezia Terme e Cosenza per imbarcare gli altri soci partecipanti. 

Alle 13,30 raggiungiamo Pozzuoli, da dove è previsto l’imbarco per il porto di Casamicciola. Abbiamo tempo per una breve visita di Pozzuoli.

ore 14,30 saliamo sul traghetto e in un’ora, passando per l’isola di Procida,  siamo a Casamicciola. Da subito si ammira il maestoso Monte Epomeo, meta di domani, il  più alto dell’isola d’Ischia (789 metri). Al suo nome si sono date diverse derivazioni, le più attendibili sono: Epopon o Epopos che significa “io miro”“io guardo” altri dal greco Epopeus (in latino Epomeus) “guarda intorno”.

Attraversiamo la costa con le spiagge affollate di turisti. Lungo il percorso incontriamo il nostro presidente Salvatore con famiglia, arrivati da Napoli, e si uniscono a noi. Sono le 16,45 quando raggiungiamo l’hotel. Sistemazione nelle camere e tutti insieme a Panza, una frazione del comune di Forio, dove si svolge la sagra delle fava, organizzata dalla proloco.

Raggiunta la piazzetta di Panza, siamo pronti ad assaggiare le fave cotte, crude accompagnate da pane e pancetta, il tutto accompagnato da un buon vino e allietato dalla musica di piazza. Dopo aver riempito la “Panza”, il presidente Salvatore si trasforma in animatore coinvolgendo in balli, canti e trenini i soci e i partecipanti alla sagra. Alle 23,30 rientriamo in hotel. Domani ci attende una giornata di cammino.

26 APRILE

Colazione e partenza per l’ escursione sul Monte Epomeo. Il cielo grigio e una leggera pioggia non promettono niente di buono, ma ciò nonfermerà la nostra voglia di camminare. Seguiamo la guida della neonata sezione di Ischia del Club Alpino Italiano (appena un anno di attività). Percorriamo un lungo tratto in salita con vista panoramica su Forio, Sant’Angelo, e all’orizzonte le isole di Santo Stefano, Ventotene, Ponza e il litorale laziale fino a Terracina. Man mano che si sale i rumori delle auto, delle moto Ape lasciano spazio ai suoni della natura e ci immergiamo nella tranquillità più assoluta. Il sentiero è frutto di un  lavoro spettacolare della natura, viottoli e canali scavati dall’acqua conducono alla vetta. La raggiungiamo dopo 5 ore in un bosco puntellato da grotte e rocce lavorate dal vento e dall’acqua. La vetta, oggi coperta dalla nebbia  è costituita da un enorme masso di tufo verde nel quale sono scavati un eremo e la chiesetta dedicata a S. Nicola di Bari. L’eremo fu ristrutturato e ampliato nel 1754 da Giuseppe D’Argouth, all’epoca capitano del castello Aragonese, il quale, un giorno, inseguendo due soldati ribelli, fu da essi affrontato e quasi ucciso. In quegli istanti fece un voto a San Nicola di Bari, nel caso fosse sopravvissuto sarebbe diventato eremita. Miracolosamente scampò alla morte e così si ritirò insieme a 12 compagni d’armi nell’eremo del monte Epomeo. Da qui si domina l’intera isola e ammirare Capri, Ponza, Gaeta. Lamartine scriveva a proposito dell’Epomeo:  “luogo paradisiaco dove l’anima si innalza a Dio e dal quale l’occhio beato si espande in un panorama incantevole e meraviglioso che nessuna penna potrà riprodurre, dove si vive l’aria di un altro mondo.”

Ci rifocilliamo consumando la colazione, creando un cerchio attorno alla vetta in compagnia di un cane che chiede, con molta discrezione, di poter pranzare con noi. Ultime foto di rito e si prosegue per Serrara Fontana, il comune più alto e meno popoloso dell’isola. Ore 19.30  cena con menù locale a base di pasta al sugo di coniglio all’ischitana, coniglio all’ischitana, orata al limone, dolce. Al termine piacevole passeggiata per il centro storico di Forio.

27 aprile Colazione e alle ore 8.00 si parte per Piano Liguori, piccola località un tempo abitato da famiglie di contadini che scendevano a valle per vendere i loro prodotti. Si segue  un sentiero che ci conduce verso la chiesa della Madonna di Montevergine, ubicata in una zona detta dello Schiappone ( da “le schiappe” in dialetto ischitano sono i terrazzamenti del terreno coltivato a vite). 
La camminata  prosegue lungo un percorso spettacolare dal punto di vista panoramico, lo sguardo spazia fino alle insenature abitate dai gabbiani. Terra fertilissima questa, che produce uva, alberi da frutto e verdura in abbondanza. Inoltre si produce un particolare tipo di fagioli, detti zampognari, e anche un buon olio. Il tempo scorre velocemente.  L’autobus ci aspetta al termine del sentiero e così ci dirigiamo verso il porto di Casamicciola. Sosta per consumare un pò di pizza e alle 15.05 siamo sul traghetto per rientrare in Calabria. Un ringraziamento ai soci del Cai di Ischia che ci hanno guidato per i sentieri naturalistici dell’isola.

 Marco Garcea

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