Escursione di domenica 27 ottobre Pentone – Monte Cerasio – il racconto
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ESCURSIONE di Domenica 27 ottobre 2013
Pentone (CZ) Città della castagna
Itinerario storico, artistico, religioso, culturale e naturalistico
” Santuario Madonna di Termine – Pentone – Monte Cerasio –
Santuario Madonna di Termine “
Accompagnatori: Soci Cai – Marco Garcea – Salvatore Gemelli
L’escursione di domenica 27 ottobre, a cui hanno partecipato oltre 50 escursionisti tra soci e simpatizzanti, si è svolta intorno ad uno dei bellissimi borghi del versante meridionale della presila catanzarese, “Pentone”, città della castagna, che sorge sul crinale di un dosso tra due brevi affluenti della fiumara Alli, ricca d’immensi castagneti, macchia mediterranea, ma soprattutto di storia, cultura, ospitalità ed accoglienza. Il punto di partenza della nostra escursione è stato il Santuario Madonna di Termine, luogo e meta di pellegrinaggi. Ad accoglierci, il presidente dell’associazione turistica pro-loco Pentone, Vitaliano Marino, che merita di essere menzionata per l’accoglienza e l’ospitalità che si è protratta per tutta l’escursione. La storia di questo luogo è legata al miracolo che racconta dell’apparizione della Santa Vergine ad una fanciulla della zona di Pentone, Maria Madia, alla quale avrebbe dato in dono un pane ed un panno per asciugare il sudore, simboli di consolazione materiale e morale. Al suo interno si può rivivere la scena davanti ad una piccola nicchia che contiene entrambe le icone di quel momento. La gente del luogo e della vicina Catanzaro è legata a questo evento avvenuto presumibilmente intorno al 1100, quando ancora il posto si chiamava Termane, così come appare nelle mappe dell’Italia dell’epoca esposte nei Musei Vaticani, tanto da dare vita a pellegrinaggi veri e propri che culminano la seconda domenica di settembre di ogni anno con la processione lungo i crinali montani. Tra le tante ipotesi che circolano, Pentone, secondo lo studioso Amerigo Marino dell’associazione turistica pro-loco Pentone, sia stata fondata da alcuni abitanti dell’antica Trischene, (“Trischene”sorgeva tra il Simeri, l’Alli e l’Uria) scampati ad un attacco di corsari saraceni tra il ‘700 – ‘800, che si trasferirono in massa fondando la città di Taverna. Alcuni si fermarono in questo luogo e fondarono il casale. La prima chiesa, sempre secondo studi effettuati da Amerigo, fu fatta costruire nel 1291, dal conte di Catanzaro Ruffo Pietro II, pronipote di Pietro I. All’interno della chiesa,è possibile osservare numerose sculture lignee, opere di artisti della Valle di Ortisei (BZ) e sull’altare, un affresco del 1910, realizzato da Garibaldo Gariano di Catanzaro. Le pareti dell’abside sono decorate, infine, da splendidi mosaici. Dai Colli circostanti si può godere di un vasto panorama, (il famoso Uccialì (rinnegato calabrese) grande Ammiraglio della flotta Turca, racconta nella sua biografia che da bambino potè ammirare il mar Ionio dalla Baia di Squillace sino, alle Castelle e dall’altro versante il Mare Tirreno. Intorno al borgo, sgorgano diverse sorgenti, le più conosciute sono: Carbasile (Fonte Nocella), le tre Fontane nella frazione Visconte. Anche il nome Pentone include diverse ipotesi, quella accreditata da Amerigo Panta=Dio Pan Ton= suono, tutto suono. I padri Basiliani introdussero il culto di San Nicola Vescovo di Mira ed edificarono la Chiesa Matrice. Il Casale di Pentone seguì le sorti della città di Taverna, assunse il titolo di Universitas nel 1632. L’autonomia amministrativa nel 1816.
Il nostro percorso: dalla SS109bis, ha raggiunto il centro di Pentone dove abbiamo visitato il“Museo della civiltà contadina e di Arte Contemporanea”, dotato di un interessate Telaio dell’Ottocento di Legno di Farnia, oltre che di oggetti antichi da lavoro donati dai contadini: è un viaggio nel passato, nella storia contadina, raccontato da Maria Tarantino, Emanuela Marino e Giuditta Mattace. Lasciato il museo proseguiamo per i caratteristici vicoli del centro storico adornati di antichi portali, passando per la piazza dedicata a Mons. Giuseppe Pullano, nativo di Pentone, fondatore del Santuario mariano di Tindari, fino alla storica “porta di mezzogiorno”,antico ingresso a forma di torre inserita in un contesto murario di difesa. Durante il percorso, l’accoglienza generosa dei pentonesi: chi offre un bicchiere di vino, chi racconta storie chi ci accoglie nella casa di “Antonio” che proprio oggi festeggia i suoi 101 anni. TANTI AUGURI! Che emozioni, chissà quante volte attraversiamo con le auto questi borghi pensando di conoscerli, ma quando ti trovi in mezzo alla gente vivi un clima diverso, un clima fantastico. Il nostro viaggio a piedi prosegue verso la chiesa parrocchiale di “San Nicola di Bari”, che custodisce la statua della SS.Vergine di scuola napoletana, che la seconda domenica di settembre in processione con migliaia di fedeli, raggiunge il Santuario di Termine attraverso un suggestivo itinerario montano e numerose e pregevoli tele e statue dell’ 800, tra cui la statua lignea di San Nicola Vescovo di Mira con una reliquia. Da qui ci inoltriamo nella parte naturalistica che si snoda tra le montagne circostanti, ricca di icone dedicate alla Vergine, castagni, lecci, pini marittimi, fino a raggiungere il monte Cerasio . Durante il percorso lo sguardo è rivolto verso i panorami mozzafiato dei monti della Sila e dei borghi circostanti: Albi, Magisano, Sersale, Zagarise. Raggiunto Monte Cerasio, una spettacolare discesa con lo sguardo rivolto verso lo Jonio ed il Tirreno, che però complice la foschia non ci ha permesso di vedere l’azzurro dei “due mari”. Pochi sono i punti della prov. di Catanzaro dove è possibile vedere i “due mari”, Monte Cerasio è uno di questi. La nostra escursione, dopo una breve sosta nel Piazzale del Cristo Risorto, termina in località di Termine, dove sorge il Santuario della Madonna delle Grazie o delle Trache dal greco “trachius” (roccia). Socio Cai – Marco Garcea
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