DALLA FERDINANDEA ALLE CASCATE DI MARMARICO  di  Raffaele Arcuri 

 “Esistono cammini senza viaggiatori. Ma vi sono ancor più viaggiatori che non hanno i loro sentieri” – G. Flauber –

Ad ogni passo una storia, una scoperta: il territorio racconta. La Ferdinandea, 3600 ettari di bosco nel cuore delle Serre calabresi. La nostra escursione inizia nei pressi dell’ex complesso industriale voluto dai Borboni. Le ferriere calabresi sorgono in queste zone già a partire dal XVI secolo, perché il sottosuolo era ricco di giacimenti di ferro ed erano presenti boschi per la produzione del carbone necessario ai processi di fusione. Costruite sotto Ferdinando IV di Borbone nascono come fabbriche di armi per l’esercito regio, per poi passare anche a produzioni civili (i binari della prima tratta ferroviaria italiana Napoli – Portici vengono fusi lì). Dopo l’unità d’Italia, nonostante la loro redditività, le attività della ferriera vengono cessate. Probabilmente la scelta fu di carattere politico: le forze industriali che avevano finanziato l’impresa unitaria e che erano interessate al settore, non gradivano la concorrenza di imprese meridionali. Le strutture furono vendute ad Achille Fazzari ex garibaldino per un milione di lire. Fazzari però, in assenza di commesse e aiuti governativi, non riuscì più a riprendere l’attività siderurgica. Si dedicherà alla lavorazione del legno tramite alcune segherie, attività che connota ancora tutta l’area delle Serre. Il primo tratto del nostro trekking è agevole e segue una comoda stradina che corre parallela a una vecchia condotta in cemento: siamo sulla dorsale che divide la valle del torrente Ruggero da quella del torrente Folea. Il cammino si apre lentamente e lascia intravedere le sagome dei monti Consolino e Stella e gli abitati di Pazzano e Bivongi. All’orizzonte, tra le due montagne, le acque azzurre del mar Ionio. Una croce uncinata e altri graffiti sulla condotta testimoniano che qualche idiota è passato da lì. Dopo un paio di Km lasciamo il comodo sentiero e iniziamo a scendere nella valle. Il terreno è scosceso e costringe il numeroso gruppo a frequenti rallentamenti. Entriamo in una boscaglia di leccio ed erica, mentre i rumori delle acque del torrente, che bugliano fragorosamente nel fondovalle, accompagnano la nostra discesa. La direzione del sentiero ci sposta lentamente sulla valle del Folea e pian piano ci conduce sul greto del fiume. Entriamo in una stretta forra ricca di vegetazione, il cammino è in leggera salita ma agevole. Qualche minuto e raggiungiamo la base della cascata che con i suoi 114 metri di salto è la più alta dell’intero appennino meridionale.

Accompagnatori:  Soci Cai Gabriele Fera – Piero Di Cello

Il video dell’escursione:  http://www.youtube.com/watch?v=uZH7LOi-Xus&feature=c4-overview&list=UUvX-2lLMpu_J0xm9MNxG1_g

 

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