25
GEN
2025

Venerdì culturali al CAI Catanzaro: “Una salita al Monviso ~ lettera di Quintino Sella a Bartolomeo Gastaldi”

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Serata di vento a Catanzaro, che pare di stare in cima. E, in cima, ci salgo veramente.
Perché, stasera, c’è un pezzo di Calabria anche sul Monviso.
È quella di Giovanni Barracco, alpinista, parlamentare, mecenate nato a Isola di Capo Rizzuto nel 1829.
È quella venuta a galla, stasera, in un evento straordinario organizzato dal
Club Alpino Italiano Sezione di Catanzaro,
Immagini, teatro, suggestioni, frammenti. E quel senso di appartenenza che è solo dei padri della patria.
Nelle parole di Quintino Sella c’è un mondo. Il particolare e l’universale. L’uomo e la sfida con se stesso. E le vette calabre in onore del suo sodale.
Il nome Barracco mi è familiare. Anch’io ho la mia vita anteatta legata alla luminosa e feconda campagna isolitana.
Giovanni Barracco si stagliò da lei con il suo respiro altissimo. Altissimo come le vette raggiunte.
Fu, infatti, il primo italiano sulla cima del Montebianco e sulla cima più alta del Monte Rosa.
Quintino Sella lo volle con sé per raggiungere anche l’inaccessibile Monviso.
E, soprattutto, lo volle con sé fra i fondatori del CAI – Club Alpino Italiano
Guglielmo Barracco è l’anchorman e il protagonista della serata.
È un suo nipote.

La sua emozione è tanta, specie quando recupera conchiglie e sedimenti dagli anfratti lussureggianti della memoria.
Staresti a sentirlo per ore, ma il tempo è una dogana feroce.
Ho un moto di rabbia.
Una regione che ha nel suo seno un patrimonio culturale così elevato può accusare la quotidiana emorragia dei suoi giovani?
E, quindi, dei suoi talenti?
La domanda, senza cadere nella retorica della valigia di cartone ci restituisce un tema che sembra ormai inghiottito dall’oblio.
È il canto dei nuovi migranti?
Quello dipinto da un poeta immenso come Franco Costabile, amico di Ungaretti, e anch’esso ignorato, proprio come Giovanni
Barracco, troppo e troppo presto.
Purtroppo, si parte per non tornare.
Nelle piazze dei paesi delle sere di agosto.
Tra i ricordi di una vita che rischia, altrove, di non avere ricordi.
E per una terra da fiaba che rischia, però, di non avere più memoria.
Come quella aurea e montanara di Giovanni Barracco.

Felice Foresta

1000063858 - CAI Sezione di Catanzaro
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