Ci sono luoghi della mia montagna che ancora non conosco. Ci sono cammini che ancora non ho disegnato. Ci sono orizzonti che mi attendono. Ci sono posti dove ritorno, quando possibile. Semplicemente perché sono belli. Perché mi chiamano e io li ascolto. E so che hanno le parole giuste e argomenti solidi. L’Arboreto, con i giganti esotici che rivaleggiano con i giganti silani, dipingendo uno scenario di terre boreali. La sfagneta e la torbiera, tessere di Irlanda e di Scozia nel mosaico della Sila, che si è fatta angolo di Nord nella vastità del Mediterraneo. I Piani di Macchialonga, oblunghi e verdi. La Serra Ripollata, dal nome pieno e dalle rotondità sensuali. Dai pendii fioriti che conducono alla calma di un lago immobile, che si fa specchio di cielo e bosco. Il Cozzo del Principe e il Pettinascura, che con la Serra stringono tra loro sentieri delle meraviglie. Tutto ciò seguendo una traccia segnata sulla carta topografica, dettata dal sentimento. Assecondando quelle che Italo Calvino descriveva come “linee orizzontali immaginarie che tagliano la pendenza obliqua del mondo e hanno un bellissimo nome, isoipse”. Leggendo nel paesaggio le sinuosità del nostro profondo. Percorrendo una sorta di via dei canti. Naturalmente in ottima compagnia. Pensando a Bruce Chatwin, sognando la Patagonia, immaginando le terre australi. Chissà.
Sezione CAI Catanzaro, 19 Maggio 2024. Dall’Arboreto Sbanditi ai Piani di Macchialonga alla Serra Ripollata.
Piergiorgio Iannaccaro