Il percorso di oggi rientra tra gli appuntamenti annuali del nostro calendario escursionistico. Qualcuno potrebbe pensare al solito itinerario ripetuto alla noia. Per noi non è così. Poi oggi è un giorno speciale. L’escursione si svolgerà in uno dei sentieri da noi adottati, il n° 306 del Catasto dei Sentieri, l’anello del Parco, attrezzato di segnaletica verticale, le tabelle indicative dei luoghi e dei tempi di percorrenza, realizzato con il contributo del Club Alpino Italiano grazie al bando di inclusione giovanile che ha impegnato per circa tre mesi giovani caini e non. Siamo a ridosso del centro storico di Catanzaro, nella Valle dei Mulini, dove si trova una vasta area di macchia mediterranea da tutelare, all’interno degli 80 ettari del Parco della Biodiversità Mediterranea.
A guidare siamo in tre: Marco, Antonio e, per la prima volta ad accompagnare un gruppo, Giovanna. Un’emozione per lei. Lo leggiamo sul suo viso. Tra i 22 partecipanti Caterina, Domenico, Antonio e Ivana, la prima volta da soci Cai. Una grande festa allora. Dalla torretta dell’antico acquedotto cittadino, scendiamo verso il centro ippico “Valle dei Mulini” e poco dopo raggiungiamo il torrente Fiumarella, abbastanza energico per le piogge burrascose della notte. Ci fermiamo ad ammirare un angolo dove l’acqua forma delle belle cascatelle. Foto di gruppo e via, in salita, per la località Mastricarro, luogo dove fino alla fine degli anni ’60 si estraeva la barite, minerale impiegato per diversi usi quali industria petrolifera, cartaria, tessile, vernici, liquidi opachi di contrasto in radiologia, produzione di zavorre per lavatrici e gru, produzione di tubi catodici e nell’industria della gomma. Proseguiamo per il bosco delle sughere, luogo dove si trovano centinaia di querce, tra queste le preziose “quercus suber” (sughero), piante con un ruolo molto importante per l’equilibrio dell’ambiente, oltre a essere un negozio di carbonio riducendo i gas a effetto serra nell’atmosfera, proteggono il suolo dall’erosione e dagli incendi, essendo piante ignifughe. Si continua tra corbezzoli, ne mangiamo un bel po’ di “cacumbari”, e arriviamo nell’alta valle della Fiumarella dove un magnifico panorama regala affacci sulla presila, il tracciato delle ferrovie della Calabria e il suo storico ponte. Lasciamo la Valle dei Mulini, così chiamata per la presenza di antichi Mulini che hanno contribuito a dare vita e lavoro in questi luoghi, per raggiungere la zona alta del parco, nei pressi della torretta “Pontepiccolo” struttura integrante dell’antico acquedotto cittadino. La nostra escursione si conclude attraversando il “tunnel degli innamorati”, una galleria di contorti rami di glicine in versione autunnale, dove si trova la quercia da sughero più antica del parco. La abbracciamo per captare la sua energia e portarla nelle nostre case. Una chiusura romantica. In fondo, più si è in contatto con natura, più ci si innamora di essa.
Marco Garcea – Accompagnatore Sezionale di Escursionismo
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