Anche questa volta dovevamo essere da un’altra parte e invece ci ritroviamo sui monti della Sila Piccola tra le luminose valli del Crocchio e Soleo. Dopo un’abbeverata alla fresca fonte di Callistro, dove scorre una delle acque più pure della Sila, si scende verso il fiume Crocchio percorrendo il sentiero della Marchesa, luoghi vissuti dall’affascinante Maria Elia De Seta Pignatelli, definita da Gabriele D’Annunzio “Madonna Silana” e dipinta da Renato Guttuso e dal pittore futurista Gino Severini. La Marchesa giunse nel 1919 in Calabria dalla Toscana e adocchiata la Sila, fu amore a prima vista. Acquistò un terreno e fece costruire una dimora di montagna con una torre, oggi conosciuta come torre della marchesa o dei due mari, dall’alto è possibile vedere i mari Ionio e Tirreno.
Siamo sulle sponde del fiume, i raggi del sole penetrano nelle fresche acque creando giochi di luce e riflessi che incantano i nostri occhi, mentre «Arochas», l’antico nome del “Crocchio” che Plinio il Vecchio inseriva fra i fiumi navigabili della Magna Grecia, è abbastanza vivace, tanto da impegnarci con fatica a guadarlo. Un’alternare di guadi e giungiamo nei pressi della “pozza della Marchesa”, una piscina naturale con profonda pozza il cui nome dalla marchesa sopra descritta, qui si fermava dopo lunghe passeggiate nei boschi, per fare il bagno nelle calde giornate estive. Iniziamo a percorrere il tratto silano del Sentiero Italia, il percorso pedonale più lungo del mondo. Camminiamo circondati dai colori delle fioriture, dal canto degli uccelli e decine di ruscelli che alimentano il fiume. Più avanti lasciamo il Crocchio per raggiungere il versante del torrente Soleo, corso d’acqua che lungo il sinuoso percorso disegna paesaggi da fiaba. Attraversiamo ampie valli dove Madre Natura ha ricamato infiniti tappeti dai mille colori: il giallo e il viola delle viole dell’Etna e delle orchidee, il giallo oro della caltha palustris, il cardo, la carlina, l’iperico, narcisi e altre specie floreali che ogni anno presenziano alla sfilata più bella dell’anno. Da sotto terra un continuo fluire di acque partecipa allo spettacolo della natura, rigagnoli e piccole pozze si uniscono per dare origine al Soleo, il principale affluente del fiume Tacina. Il cammino continua tra boschi di pino laricio, eleganti faggi vestiti di verde chiaro e passando dal monumentale pino laricio “Italia”, da oltre due secoli veglia e contempla il divino trascorrere delle stagioni. Un festival di bellezza ed emozioni che si ripete da millenni. Grazie Montagna.
Marco Garcea – Accompagnatore Sezionale Escursionismo
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